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Blockchain. La Russia aggirerà le sanzioni varando il criptorublo
Alessandro Polli | Gennaio 3, 2018
A spiegare le ragioni dell’introduzione della criptovaluta Sergey Glazyev, consulente economico di Putin, secondo cui questa mossa consentirebbe alla Russia «di saldare i pagamenti con le nostre controparti in tutto il mondo dimenticando le sanzioni». Infatti, dopo il referendum che ha sancito il passaggio della Crimea alla Russia, svoltosi il 16 marzo 2014, Stati Uniti e Unione Europea avevano imposto un articolato sistema di sanzioni alla Russia, ventilando anche la possibilità di escludere Mosca dal circuito internazionale di pagamenti SWIFT.
Allo scopo di scongiurare tale minaccia, già il 22 marzo dello scorso anno, come riportato da Russia Today, il governatore della banca centrale russa Elvira Nabiullina, in occasione di un incontro con Putin, dichiarava: «abbiamo finito di lavorare sul nostro sistema di pagamenti. Se succede qualcosa, tutte le operazioni su SWIFT saranno effettuate all’interno del Paese. Abbiamo creato un’alternativa».
D’altro canto, esistono altre motivazioni per la creazione di una criptovaluta di Stato e a spiegarle è il Ministro delle Comunicazioni Nikolay Nikiforov, citato da Paolo Savona in un articolo apparso su Milano Finanza lo scorso 21 ottobre: «lo introdurremo per una semplice ragione: se non lo facessimo ora, tra un paio di mesi ci anticiperebbero i vicini della Comunità economica euroasiatica».
La circostanza che Vitalik Buterin sia stato convocato da Putin indicherebbe anche che l’obiettivo del Cremlino non sia semplicemente quello di mettere al sicuro il sistema internazionale dei pagamenti e aggirare le sanzioni, ma anche di creare un canale per la creazione e la validazione di smart contract. Uno strumento innovativo per lo svolgimento di transazioni sul petrolio e sul gas, le principali voci dell’export russo, non a caso.
Fonte: Yahoo! Finanza