Si teme che il bitcoin sia oggetto di una bolla speculativa, anche se molti operatori del settore non sembrano molto preoccupati
La recente impennata nel valore del bitcoin, che ha raggiunto ieri la vertiginosa quotazione di 2.185 dollari, il doppio del prezzo di un’oncia d’oro, potrebbe nascondere qualcosa in più di una semplice frenesia speculativa secondo Bloomberg. Infatti, secondo gli esperti, potrebbe essere stata causata dalla dismissione da parte degli investitori di attività digitali più rischiose a favore della più stabile criptovaluta.
A partire dal 2013, anno in cui il bitcoin si è affermato presso il grande pubblico, sono nate molte criptovalute alternative (indicate come «altcoin» nel gergo specialistico), che le società specializzate collocano attraverso speciali offerte, denominate ICO (Initial Coin Offerings). Fatto sta che mentre il bitcoin, dagli 8 centesimi del 2010, ha raggiunto quotazioni astronomiche, è possibile acquistare un litecoin (la quinta criptovaluta per capitalizzazione) per circa 30 dollari.
Si teme quindi che il bitcoin sia oggetto di una bolla speculativa, anche se molti operatori del settore non sembrano molto preoccupati. Secondo Smith e Erik Voorhees, rispettivamente fondatore e amministratore delegato di Exchange Shapeshift, «ogni volta che il bitcoin è interessato da una bolla speculativa, attira nuove ondate di investitori». E aggiungono: «il motivo per cui il bitcoin sta decollando è la mancanza di innovazione da parte del settore bancario».
La recente impennata è stata anche collegata all’incertezza politica globale e all’andamento dei mercati finanziari asiatici, con la borsa di Shangai che ha ceduto il 6,9% dall’11 aprile. Per Jeff Gundlach, CEO di Doubleline Capital, non è un caso. «Bitcoin su del 100% in meno di due mesi. Shangai giù di quasi il 10% nello stesso spazio di tempo, mentre tutte le altre borse vanno su. Probabilmente non è una coincidenza!», scrive Gundlach in un tweet.
Fonte: Bloomberg