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Blockchain. La star delle criptovalute? È l’ether

Alessandro Polli – Settembre 6, 2017

Nel 2017 il mercato delle criptovalute è letteralmente esploso. E in una fase di crescita così impetuosa, l’interesse degli investitori si è concentrato principalmente su due monete virtuali: il «tradizionale» bitcoin e l’ether, il vero outsider, che da una quotazione di chiusura, il 3 settembre 2016, pari a 11,63 dollari, ha raggiunto ieri i 345,42 dollari, con un incremento percentuale annuo, pur in presenza di un’accentuata volatilità, di un impressionante 2870%.

Le cause di questa impennata? In primo luogo, la straordinaria performance dell’ether è la logica conseguenza della diffusione del bitcoin e della crescente espansione del mercato delle criptovalute nel suo complesso – aumentato del 350% solo nell’ultimo anno.

Inoltre le ICO di token a standard ERC-20 – essenzialmente, il token è un asset digitale, che può rappresentare un bene, un voucher, un’obbligazione e che non va confuso con l’ether, che è la moneta elettronica attraverso cui sono regolate le transazioni su Ethereum – hanno avuto rendimenti eccezionalmente buoni per gli investitori.

Infine, la crescente diffusione di Ethereum è legata a due elementi essenziali: la creazione di «blocchi» è molto più veloce rispetto a Bitcoin e, soprattutto, l’emissione di ether − 92 milioni, per un valore di mercato pari a 32,6 miliardi di dollari − è già quadrupla rispetto a quella teorica prevista per i bitcoin − 21 milioni, di cui il 75% già immessi in circolazione. Ragione per cui hanno immediatamente mostrato un forte interesse per Ethereum multinazionali del comparto IT, di quello bancario e della consulenza aziendale, quali Intel, Microsoft, JP Morgan, Credit Suisse, Ubs, Santander, Ing, Cme Group, Bny Mellon e Accenture.

Fonte: Linkedin. Pagina di Michael Spencer

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