La stessa interdipendenza e iperconnettività che hanno costituito un fattore di vulnerabilità, possono rappresentare elementi in grado di favorire la capacità adattativa delle comunità umane nel mondo. Una “robusta fragilità” come quella che stanno dimostrando le reti digitali. Vediamo in che modo.
L’interdipendenza e l’iperconnettività che hanno reso il mondo tanto vulnerabile di fronte all’avanzata del Covid-19, potrebbero rappresentare anche un punto di forza, perché se è vero che la pandemia è un “cigno nero globale”, sarà anche possibile sviluppare e attuare strategie di resilienza collettiva, proprio in virtù di quell’interdipendenza che sembra averci reso così indifesi.
Vediamo in che modo un sistema sociale può sviluppare risposte resilienti, partendo da questa affermazione: “Il modo con cui ci organizziamo determina il tipo di guerra che combattiamo”. Sono le parole con cui John Arquilla, professore di analisi della difesa alla Naval Postgraduate School di Monterey, nel testo di Andrew Zolli “Resilienza. La scienza di adattarsi ai cambiamenti”, introduce il tema delle strategie di contrasto alle reti terroristiche di Al-Qaeda e dello Stato Islamico, definite da Arquilla come “strutture a sciame”, auto-organizzate, auto-specializzate, connesse e decentrate, e per questo estremamente resilienti.