Secondo Mirko Gatto (Yarix) «i comparti del Made in Italy e del manifatturiero di eccellenza rappresentano il fronte di maggiore vulnerabilità».
La Digital Forensics – cioè l’insieme di attività di identificazione, conservazione, analisi e documentazione dei reperti informatici finalizzate alla raccolta di prove nei procedimenti giudiziari − sta assumendo una importanza cruciale, in quanto in un contesto di digitalizzazione diffusa anche le attività criminali si svolgono sempre più frequentemente nel cyberspazio.
Il giro d’affari europeo della Digital Forensics ha raggiunto nel 2016 i 750 milioni di euro, con una previsione di crescita al 2022 del 13,4%. Mirko Gatto, amministratore delegato di Yarix, società italiana leader nella sicurezza informatica, in un’intervista a MilanoFinanza, osserva come «i comparti del Made in Italy e del manifatturiero di eccellenza rappresentino il fronte di maggiore vulnerabilità. Un dato che indica in maniera inequivocabile che essere in grado di formare e supportare organi inquirenti e IT manager nel contrasto alla criminalità digitale significa, nel concreto, proteggere la competitività dell’intero sistema Paese».
Le intrusioni nel sistema informatico hanno riguardato, secondo uno studio di Yarix, il 38% delle imprese attive nel settore della moda, il 22% nel settore bancario, il 18% dell’automotive, il 12% del comparto alimentare e il 10% del comparto chimico e farmaceutico.
Fonte: MilanoFinanza