L’intelligenza artificiale è una delle tecnologie più discusse e in rapida evoluzione degli ultimi anni e, come ogni strumento in ambito tecnologico, evolve rapidamente, sviluppando nuove soluzioni che promettono di rivoluzionare il nostro modo di interagire con la tecnologia. Tra queste, una delle AI che sta suscitando un crescente interesse è DeepSeek, un sistema avanzato sviluppato dalla Cina, che sta sfidando alcune delle intelligenze artificiali più conosciute, come ChatGPT, Bard e altre. Ma quali sono le caratteristiche di DeepSeek e perché fa così paura?
Intanto la principale innovazione di DeepSeek sta nell’approccio radicalmente differente che adotta nella gestione e nell’analisi dei dati: mentre molte intelligenze artificiali si basano su modelli di machine learning addestrati su enormi quantità di dati per generare risposte o predizioni, DeepSeek sembra concentrarsi su una forma di intelligenza che sfrutta tecnologie più avanzate, come l’apprendimento profondo (deep learning), per “vedere” il mondo attraverso relazioni e connessioni tra le nozioni più simili a quelle umane.
DeepSeek si distingue anche per l’utilizzo dell’architettura MoE (Mixture of Experts), un sistema che permette di attivare solo una certa quantità di parametri, in base al compito da svolgere, ottimizzando in questo modo l’efficienza computazionale, riducendo i costi operativi e garantendo al contempo elevate prestazioni. Con l’integrazione dell’attenzione latente multi-testa nel modello DeepSeek-V3 , inoltre, è in grado di analizzare dati complessi con maggiore accuratezza, elaborando simultaneamente diversi elementi dell’informazione.
Liang Wenfeng, è la persona dietro DeepSeek. Con un background solido nel campo delle tecnologie avanzate, Liang ha creato DeepSeek con l’ambizione di superare le intelligenze artificiali dominanti a livello globale, la sua visione non si limita a creare un prodotto competitivo, ma punta anche a riscrivere le regole della “corrente” intelligenza artificiale.
Wenfeng ha sempre sottolineato l’importanza di sviluppare un’AI che non solo risponda a domande, ma che sia in grado di comprendere in modo più profondo il contesto, di analizzare i dati in maniera autonoma e di evolversi in tempo reale senza necessitare di costanti aggiornamenti manuali. Questo approccio ha permesso a DeepSeek di rispondere in modo più accurato ed efficiente a compiti complessi e di proporre soluzioni all’avanguardia in ambiti come la ricerca scientifica, l’analisi dei dati e la creazione di contenuti.
Quali sono i Pro e i Contro di DeepSeek rispetto ad altre AI?
Profondità nell’analisi dei dati: DeepSeek può esplorare dati in modo più profondo rispetto ad altre AI, dando risposte più precise e contestualizzate, il che la rende ideale per applicazioni complesse.
Capacità di apprendimento autonomo: Il sistema è in grado di evolversi autonomamente, migliorando le sue prestazioni nel tempo.
Affidabilità nella ricerca: Essendo ottimizzata per l’analisi di grandi volumi di dati, è particolarmente utile in ambiti come la ricerca scientifica o l’analisi di mercato.
Contro:
Potenziale complessità: La capacità di apprendimento autonomo potrebbe portare a situazioni difficili da prevedere o controllare, aumentando il rischio di malfunzionamenti.
Sicurezza e privacy: Se utilizzata impropriamente, DeepSeek potrebbe accedere a informazioni sensibili, con possibili rischi per la privacy.
Alta richiesta di risorse: DeepSeek, essendo basata su tecnologie avanzate, richiede notevoli risorse hardware per essere operativa in modo efficiente, il che potrebbe limitare la sua accessibilità.
Perché DeepSeek costa meno delle altre AI?
Il modello AI open-source di DeepSeek, denominato DeepSeek-R1, è da 20 a 50 volte più economico rispetto ai modelli di OpenAI, a seconda del compito svolto.
Questo risultato è stato ottenuto attraverso l’adozione di tecniche innovative che riducono significativamente la necessità di hardware costoso e di elevata potenza computazionale, sfidando così il modello tradizionale di sviluppo dell’IA che prevede investimenti miliardari.
L’emergere di DeepSeek ha avuto un impatto significativo inevitabile sui mercati finanziari globali: aziende tecnologiche leader come Nvidia, Microsoft e Meta hanno registrato perdite di valore di mercato per un totale di circa 1 trilione di dollari, a seguito dell’annuncio di DeepSeek. In particolare, Nvidia ha subito una perdita del 17% del suo valore di mercato, pari a 589 miliardi di dollari, il calo più significativo dal marzo 2020.
Questa situazione ha sollevato timori riguardo alla possibilità che la Cina stia rapidamente colmando il divario tecnologico con gli Stati Uniti nel campo dell’AI, nonostante le restrizioni all’esportazione di chip avanzati imposte dagli USA. Alcuni esperti hanno paragonato questo evento al “momento Sputnik” dell’AI, suggerendo che potrebbe rappresentare un punto di svolta nella competizione tecnologica globale.
DeepSeek rappresenta davvero una minaccia reale?
Molti ad oggi si chiedono se DeepSeek possa essere una minaccia per altre intelligenze artificiali o addirittura per la società nel suo complesso. Se da un lato il sistema è sicuramente innovativo, c’è una preoccupazione diffusa riguardo alla sua capacità di accedere a e “comprendere” dati in modo che altre AI non sono in grado di fare.
La questione più spinosa riguarda il controllo e la responsabilità: come ogni AI avanzata, DeepSeek possiede il potenziale di agire autonomamente su larga scala, portando a possibili disallineamenti tra obiettivi umani e quelli dell’AI stessa.
Non si tratta tanto di una minaccia immediata, quanto di un’analisi della capacità di controllo su AI che potrebbero prendere decisioni in contesti molto complessi. Se DeepSeek dovesse evolversi in un sistema che non risponde ai limiti imposti dagli sviluppatori, potrebbe sorgere un rischio significativo per la privacy e la sicurezza. Questo scenario ipotetico, e lo sottolineiamo, è uno dei motivi per cui i regolatori e i ricercatori stanno monitorando con attenzione l’evoluzione di sistemi come DeepSeek.
Per quanto riguarda l’accesso indistinto ad ogni tipo di pubblico, la disponibilità di un modello IA avanzato e a basso costo potrebbe sicuramente democratizzare l’accesso alla tecnologia, favorendo l’innovazione e permettendo a un numero maggiore di sviluppatori e organizzazioni di sfruttare le potenzialità stesse dell’IA.
Di contro, emergono preoccupazioni riguardo alla sicurezza e all’uso etico di tali tecnologie: la diffusione di modelli IA potenti potrebbe facilitare lo sviluppo di applicazioni malevole o l’uso improprio, la mancanza di trasparenza e le potenziali influenze governative potrebbero sollevare dubbi sull’affidabilità e sull’imparzialità dei modelli sviluppati.
Per quanto riguarda il suo utilizzo nel nostro Paese, al momento, DeepSeek è stata ritirata dagli stores come fu per il blocco temporaneo per ChatGPT, in via precauzionale. Come per altre AI, sarà necessario garantire che venga rispettata la regolamentazione locale in materia di protezione dei dati personali, come il GDPR, al fine di evitare problemi legati alla privacy.
Ci sono motivi per preoccuparsi del futuro?
Nonostante le sue incredibili potenzialità, l’emergere di AI come DeepSeek porta inevitabilmente a riflessioni sul futuro. La principale preoccupazione riguarda la gestione di sistemi che possano evolversi autonomamente, portando a comportamenti non desiderati o difficili da prevedere. La chiave per il futuro, secondo noi, risiede nella regolamentazione e nel continuo monitoraggio di tali tecnologie, per garantire che vengano utilizzate in modo responsabile e sotto il controllo degli sviluppatori e degli utenti finali.
E l’Italia?
Attualmente in Italia si sta affermando l’AI e se ne prevedono ampi utilizzi principalmente nel settore sanitario, bancario e nella PA, ma anche nell’educazione e nello sviluppo. Sono però tutti prodotti che non nascono effettivamente nel nostro Paese. La crescita del settore è ancora ostacolata da una carenza di infrastrutture digitali e da normative in evoluzione, che cercano di bilanciare progresso tecnologico e tutela dei diritti. L’obiettivo di Prisma è principalmente integrare l’AI nei settori opera per i suoi Clienti, operando sempre nel rispetto delle normative vigenti, senza però tralasciare gli studi sullo sviluppo e sull’evoluzione di metodi e protocolli.