Alessandro Polli*
Le attività di ricerca e sviluppo come fattori di crescita economica endogena hanno assunto una rilevanza centrale nella teoria economica a partire dagli anni Ottanta, grazie al contributo di Romer. Secondo un rapporto recentemente pubblicato dall’Istat, nel 2019 la spesa in ricerca e sviluppo intra muros è ammontata a 26,3 miliardi di euro, pari all’1,47% del Pil, mentre alcune stime preliminari indicherebbero un forte incremento di tale voce nel 2021, dopo la brusca contrazione registrata l’anno precedente a causa della pandemia.
Accanto a tale dato, tipicamente quantitativo, sarebbe interessante disporre di una valutazione circa la qualità delle attività di ricerca e sviluppo. Ma come si valuta la qualità della ricerca? In molti ambiti, tale valutazione è svolta dalla comunità scientifica, il che implica che i risultati delle attività di ricerca e sviluppo devono essere disseminati attraverso una varietà di canali, di cui i principali sono la partecipazione a convegni scientifici di rilevanza internazionale e, soprattutto, la pubblicazione di articoli su riviste scientifiche di riconosciuto prestigio – indicate in Italia come riviste di fascia A.
Si tratta di riviste diffuse in ambito accademico e tra gli esperti e considerate attendibili a livello mondiale dalla comunità scientifica. Come vedremo, una rivista scientifica è considerata attendibile quando adotta procedure di revisione paritaria. A metà del passato decennio, oltre la metà degli articoli scientifici sottoposti a revisione paritaria sono stati pubblicati da cinque gruppi editoriali (Elsevier, Springer, Wiley-Blackwell, Taylor & Francis e SAGE), come rilevato da uno studio di Lanvière et al. (2015). Inoltre, le università più prestigiose e molti enti di ricerca nazionali e internazionali ospitano sui loro siti web archivi di paper scientifici, considerati a loro volta come fonti attendibili.
Cosa si intende per attendibilità nella comunità accademica e scientifica? In primo luogo, la struttura di un articolo scientifico segue alcuni principi armonizzati a livello internazionale. Il requisito principale che caratterizza l’articolo scientifico è la sua oggettività, nel senso che le procedure adottate nello studio e i risultati conseguiti devono essere riportati in maniera esaustiva, al fine di rendere verificabile e riproducibile ogni metodo descritto. In sintesi, l’articolo scientifico esplica tre funzioni: l’ampliamento delle conoscenze della comunità scientifica, la diffusione di nuove metodologie, lo strumento per la valutazione della qualità della ricerca.
Una volta che l’articolo scientifico è proposto ad una rivista per la pubblicazione, è sottoposto ad un processo di revisione paritaria, o peer review. La peer review è una valutazione svolta da uno o più specialisti di settore, finalizzata a giudicare l’idoneità dell’articolo alla pubblicazione e ad evitare casi di plagio e di frode scientifica. Inoltre, la peer review è fondamentale per l’individuazione di eventuali errori e imperfezioni nello studio. La peer review si svolge in forma anonima, al fine di scongiurare l’eventualità di conflitti di interesse.
Un articolo scientifico è giudicato idoneo se si conforma ai più alti standard di qualità che caratterizzano l’ambito scientifico di riferimento. Quindi il processo di valutazione può condurre a diversi esiti. Lo studio può essere respinto nella sua totalità, il che conduce al rifiuto della pubblicazione da parte dell’editore. Può anche accadere che l’articolo è accettato per la pubblicazione a condizione che siano apportate modifiche più o meno estese. Ciò si verifica quando uno o più di uno degli esperti che svolgono la peer review rilevano che lo standard di qualità non è soddisfatto. Le relative motivazioni sono comunicate agli autori dell’articolo, che provvederanno ad apportare le modifiche suggerite dai revisori.
Il processo descritto richiede tempo. Tra la prima proposta di pubblicazione di un articolo ad una rivista scientifica (la c.d. first submission) e la sua accettazione passa un intervallo temporale che varia da pochi mesi ad oltre un anno. Le indicazioni temporali relative alla first submission e all’accettazione dell’articolo da parte della rivista sono riportate integralmente e forniscono un ulteriore criterio per la valutazione di qualità dello studio.
*Alessandro Polli, Dipartimento di Scienze sociali e Economiche, Università La Sapienza di Roma.