Scenari. Benvenuti nell’era della giustizia predittiva
Alessandro Polli | Settembre 30, 2017
Immaginate di essere un avvocato che deve decidere se accettare o meno una causa, basando la decisione su probabilità «oggettive» di successo. Oppure, quali argomentazioni utilizzare in sede processuale per convincere la Corte. O ancora, prevedere l’entità dell’eventuale risarcimento in caso di successo della causa.
È un tema caldo in Francia e ancora di più negli Stati Uniti, mentre in Italia se ne inizia a parlare in questi giorni. È la cosiddetta «giustizia predittiva». Cioè la possibilità di interpretare la legge tramite modelli matematici. Se ne occupa, primo in Italia, Luigi Viola nel volume «Interpretazione della legge con modelli matematici. Processo, a.d.r., giustizia predittiva» pubblicato lo scorso luglio dal Centro Studi Diritto Avanzato Edizioni.
In Europa è la Francia il paese dove la giustizia predittiva sta conoscendo una rapida diffusione. La startup Predictice, ad esempio, fornisce previsioni sugli esiti processuali e strumenti per l’ottimizzazione della strategia processuale degli avvocati. Gli ingredienti sono i soliti: una corposa banca dati di leggi e sentenze e un algoritmo di machine learning che valute le probabilità di definizione della causa, l’ammontare dei risarcimenti – sulla base di quelli ottenuti in casi simili – e aiuta l’avvocato ad identificare gli argomenti sui quali insistere nel dibattimento.
Ma quali saranno gli impatti di una piattaforma come Predictice sul mondo giudiziario e, soprattutto, non vi è il rischio di una giustizia automatizzata, più che predittiva? Se lo domanda, ad esempio, Claudia Morelli in un articolo pubblicato lo scorso mese di aprile su Altalex.
Questo e altri temi collegati all’ambito della giustizia digitale sono stati oggetto di un convegno svoltosi lo scorso 27 settembre a Roma presso l’Aula magna della Corte di Cassazione, «L’informatica al servizio del paese: strategie per la giustizia», organizzato dall’Ufficio Innovazione del tribunale supremo, di cui fanno parte Ileana Fedele, Antonella Ciriello e Giuseppe Corasaniti. Al convegno hanno partecipato i massimi esponenti del mondo giudiziario e dell’Università, in un confronto su opportunità, prospettive e i problemi ancora aperti in tema di digitalizzazione, tra cui spicca in particolare quello rappresentato dalla «nomofilachia telematica», cioè la valutazione della legittimità dell’applicazione delle norme tecniche in materia di processi telematici, ormai stabilmente entrati nell’ordinamento giuridico.
Fonte: Altalex